È un piccolo terremoto nel mondo dei giochi in scatola, quello scatenato da Pandemic Legacy. L’idea (non inedita, ma questa volta accompagnata da un travolgente successo) è quella di un gioco che, partita di partita, si modifica in maniera permanente seguendo le scelte dei giocatori. Un obiettivo è raggiunto? Trrr, si taglia una carta. Una parte del tabellone diventa inaccessibile? Clac, ci si attacca sopra un adesivo. Qualcosa cambia in maniera permanente? Si prende un pennarello e si scrive sulle schede di gioco. Facile, e rivoluzionario.
Punto di partenza del gioco (edito in Italia da Asterion) è «Pandemic», gustoso gioco collaborativo in cui fino a quattro giocatori lottano contro quattro malattie che stanno sconvolgendo il mondo. Il meccanismo resta quello del gioco base (molto apprezzato, anche da noi aostani ludici), ma la versione «Legacy» cambia sostanzialmente l’approccio: ogni scelta dei giocatori rischia di avere effetti permanenti sulle partite successive, aumentando la difficoltà e modificando le strategie. A completare il tutto c’è un’appassionante evoluzione della storia interna al gioco, che con il passare delle partite si arricchisce: il tutto è pensato per riprodurre un anno di avventure, 12 mesi ciascuno dei quali è rigiocabile per un secondo tentativo (in caso di una prima sconfitta). Al massimo 24 partite, quindi, e poi la scatola cessa di poter essere giocata.
E qui sta la rivoluzione: «Pandemic Legacy» è un gioco usa e getta. Però è un gioco fichissimo. Assicura una lunga serie di partite (a quanti giochi avete giocato più di dieci volte, nella vostra vita?) e un coinvolgimento altissimo, sempre sul filo della tensione. Ed è divertentissimo, appassionante. Provare per credere.
Aosta Iacta Est ha, nella propria ludoteca, la scatola di «Pandemic»: è consumata dall’uso (ma perfettamente funzionante), segno di quanto il gioco ci sia piaciuto. Qualche anno fa, a giocAosta, è spuntata anche una versione gigante di «Pandemic VdA», originalissima e creata da alcuni soci intraprendenti. Adess
o, «Pandemic Legacy» apre una strada nuova. Noi l’abbiamo provata. E abbiamo fatto bene.